Storia della Manifestazione

L’origine della festa risale ai vari riti propiziatori in uso fra i contadini in passato, che si sono trasformati poi in momenti di festa e aggregazione e costituiscono la manifestazione folcloristica più esclusiva del territorio lombardo. “Merla”, in lingua dialettale, sta ad indicare i giorni più freddi dell’anno, cioè 29-30-31 gennaio e le varie leggende spiegano l’origine del suo nome.

Nelle sere di fine gennaio, tutti si ritrovano in piazza attorno ad un falò, preparato giorni prima e acceso per l’occasione dove viene bruciata la così detta “Vecia”, a cantare e a gustare i piatti tipici locali come salamelle, polenta, torta sbrisolona, il tutto accompagnato da vin brulè. Ai canti della merla si sono aggiunte numerose altre attività quali:
- Esibizioni di giocolieri
- Mangiafuoco
- Saltimbanco
- Giochi pirotecnici
Oltre che la rievocazione storica dell’antica tradizione. A Crotta d’Adda i canti dei “Tre giorni della Merla” vengono intonati sul fiume Adda, mentre in piazza sarà allestita una mostra di attrezzi agricoli in uso, in passato, dai contadini.

LA LEGGENDA

Nei gelidi cieli dei giorni più freddi dell’anno, la leggenda racconta che la merla candida e bianca ed i suoi piccoli, stavano volando ormai allo stremo della resistenza.
Già più volte avevano cercato riparo senza successo e stavano ormai soccombendo al gelo implacabile.
D’improvvisa mamma merla vide un fumo nero salire da un camino e decise di condurre i suoi piccoli in quella direzione, in cerca di un po’ di calore. Finalmente in un caldo rifugio la merla riuscì così a salvare la famiglia, divenendo nera a causa della caligine che usciva dal camino. Da allora i bianchi merli, in segno di gratitudine, hanno accettato di restare neri.

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